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Diversità, inclusione, comunità: un dialogo a Lecco

In un auditorium della Casa dell’Economia gremito di persone, nella serata di martedì 14 gennaio Valentina Mastroianni ha presentato “La storia di Cesare” e “Voleremo sopra la paura”, i suoi due libri editi dalla Casa editrice DeAgostini.

Una serata ricca di interventi, anche da parte del pubblico presente, che si è confrontato sulle molte tematiche che riguardano il mondo della disabilità, sensoriale e non solo, sul significato di inclusione, di solidarietà, rete e comunità.
Un momento di riflessione e dialogo che abbiamo organizzato, con la nostra Libreria Mascari5, la Conferenza dei Sindaci, il Comune di Lecco e Impresa sociale Girasole alla luce del lavoro che stiamo portando avanti insieme ai diversi attori territoriali (il mondo della scuola, quello socio-sanitario, delle Istituzioni, dell’associazionismo, etc…)  che vuole accompagnare le persone con disabilità nei diversi ambiti e contesti di vita, uscendo sempre più da una logica incentrata su servizi e percorsi istituzionali, agendo sulla qualità della vita a 360°.
Che cosa fanno i bambini e i giovani con disabilità sensoriale durante il proprio tempo libero? Che “fine fanno” queste persone, una volta concluso il proprio ciclo scolastico? Quali i loro bisogni e desideri di vita, in un’ottica più ampia?
Questa iniziativa si è dunque collocata all’interno del progetto “Interventi a favore delle persone con disabilità sensoriale nel territorio provinciale di Lecco. Dalle attività di sostegno all’inclusione scolastica ad una prospettiva di lavoro complessiva a partire dalla progettazione individuale (L.328/2000 – L.r. 25/202)” che realizza una serie di iniziative rivolte alle persone con disabilità sensoriale dalla nascita fino ai 25 anni di età: gite e sport sul territorio, laboratori, attività in ausilioteca e momenti di incontro fra ex alunni.

Dopo l’introduzione dell’Assessore del Comune di Lecco Alessandra Durante, con la nostra Presidente Ingrid Bonaiti e con la nostra psicopedagogista Linda Pirovano siamo dunque entrati nel vivo della presentazione, dialogando con Valentina, che durante il periodo della pandemia ha cominciato a raccontare la sua storia  e quella di suo figlio Cesare sui social, per sconfiggere la solitudine in cui la sua famiglia in quel momento si trovava a vivere ma anche per contattare e dare conforto ad altre famiglie di persone con disabilità che, molto spesso, si trovano isolate perché “diverse”.
Che cosa significa, dunque, la parola “diversità” per Valentina?
Diversità, ci dice, è anzitutto una possibilità: di fare esperienze particolari, di accettare sfide nuove, di imparare la  gratitudine per le piccole cose che la vita ci offre, di vedere e far vedere il mondo in modo sotto un’altra ottica.
Diversità è qualcosa che va abbracciato, protetto, tutelato, perché ciascuna persona, a proprio modo, è diversa:  unica, speciale.
La Diversità diventa qualcosa di difficile da affrontare, qualcosa di scomodo e di negativo, solo nel momento in cui non viene accettata dalla comunità.

Ed è forse proprio alla costruzione di una comunità accogliente, che come cittadini siamo a chiamati ad agire in modo attivo e propositivo, ciascuno secondo le proprie possibilità.
Come ha sottolineato l’Assessore e Presidente del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci Emanuele Manzoni,  in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in cui noi tutti siamo immersi in una società individualista, iper-performante e competitiva, non è semplice per nessuno aprirsi agli altri, raccontare la propria esperienza, uscire dalla propria casa per partecipare, dal vivo, a un’iniziativa di confronto, dialogo e dibattito su tematiche complesse ma che toccano la vita di ciascuno: la fatica, la paura, la tristezza, la speranza, la solitudine, la forza di continuare a lottare contro le avversità.
E’ importante prendere coscienza del fatto che attualmente il nostro sistema di welfare sociale passa attraverso l’azione fondamentale di quegli operatori sociali, educatori, insegnanti, medici, amministratori e molti altri che ogni giorno agiscono con impegno all’interno delle comunità leggendone i bisogni e cercando di intessere legami e occasioni di relazione per tutti, non solo per chi vive una condizione di disabilità: perché ciascun cittadino ha diritto di vivere in una società accogliente e di partecipare attivamente alla sua costruzione.