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Una rete concreta, per un territorio sempre più accessibile.

Articolo scritto da Impresa Sociale Girasole

“Andare in montagna mi piace molto. Abbiamo dei bellissimi territori qui a Lecco ma non li sfruttiamo, andando sempre altrove e lontano” racconta Sara, una ragazza di sedici anni che partecipa alle uscite in montagna del progetto SOS – Sistema Operazione Sociale, promosso sul territorio lecchese dalla Cooperativa Sociale La Vecchia Quercia, socia di Girasole, in stretta collaborazione con la rete di associazioni sondriesi, coordinata da Dappertutto OdV, organizzazione di volontariato da anni attiva sul tema dell’accessibilità in montagna.  

S.O.S. è un percorso di didattica inclusiva che avvicina bambini, adolescenti e adulti con disabilità visive e non solo agli sport legati alla montagna e alle attività outdoor, in un’ottica di riscoperta e di piena accessibilità di un territorio come quello lecchese, così ricco di bellezze naturali. Un’opportunità per le persone coinvolte di abitare appieno il proprio contesto di vita, agendo anche sulle barriere naturali, artificiali e culturali. 

Ad accompagnare i ragazzi durante le escursioni sono gli operatori della cooperativa La Vecchia Quercia insieme ai volontari dell’associazione Guide di Montagna che illustrano, anche attraverso materiali tattili e audio, la flora e la fauna del territorio. “Abbiamo fatto, ad esempio, una gita al Monte Barro, dove è presente un percorso accessibile alle persone con disabilità, ma adatto anche alle famiglie con bambini e ad anziani. Si passa vicino ai reperti archeologici e lungo il percorso sono presenti dei cartelli in Braille che illustrano la storia dell’area archeologica e l’ambiente naturale circostante. L’atmosfera è bellissima, si è creato un gruppo che, gita dopo gita, si rafforza e si unisce sempre di più.” Sara sorride entusiasta mentre ci racconta l’importanza di un gruppo stabile: “Ridiamo tantissimo insieme, anche se il gruppo ha un’età eterogenea. Ad esempio, io frequento le scuole superiori, ma ci sono anche ragazzi più piccoli che frequentano le scuole elementari. Ma ci troviamo bene perché ognuno ha sempre qualcosa da dare agli altri.

Progetto SOS

Il gruppo si era già creato grazie ad esperienze precedenti, come per esempio le uscite di arrampicata dei progetti Born to Climb e Born To Climb2 realizzati dalla cooperativa La Vecchia Quercia in collaborazione con I Ragni di Lecco, ma si è consolidato proprio durante le escursioni di S.O.S.  

Durante la nostra chiacchierata, Sara ridacchia ricordandosi un episodio accaduto durante l’escursione al Monte Barro, sottolineando come anche l’imprevisto diventa occasione di crescita e rafforzamento dei legami “ad un certo punto ha iniziato a piovere e ci siamo dovuti riparare sotto la tettoia della Baita degli Alpini. Nonostante la pioggia e il freddo, è stata l’esperienza che più mi sono goduta, ha permesso di unirci ancora di più e di conoscere meglio le guide. È bello incappare anche in questi imprevisti. 

“Alle uscite partecipiamo anche noi, non solo come associazione ma anche come fruitori. Ogni giorno ci impegniamo a costruire una rete, non solo sulla carta ma concreta, per fare sempre di più e meglio con le persone con disabilità.” ci racconta invece Gianni Leoni, fondatore dell’associazione La Goccia, che da trentacinque anni si occupa di organizzare e gestire attività di tempo libero con persone adulte disabilità.
La Goccia, insieme a AFINLo SpecchioLe Radici e Oltretutto97 fa parte del gruppo di associazioni coinvolte nella realizzazione delle attività del progetto SOS nel territorio lecchese. 
Gianni parla di questo tipo di esperienza richiamando il concetto di “turismo lento”, in cui l’importante è stare insieme e donare benessere, abbattendo le barriere sia fisiche che mentali senza avere una meta da raggiungere, ma un percorso da vivere con altri.  

Conclude con un augurio che diventa una traiettoria da seguire anche per Girasole “Per il futuro mi auguro che si possa fare di più per rendere fruibile anche alle persone con disabilità il nostro bellissimo territorio e far vivere la montagna a tutti.” Perché abitare il territorio significa proprio questo: far in modo che esso possa essere un ambiente sicuro e accessibile, dando a tutti la possibilità di fruire delle sue bellezze e delle sue inesauribili risorse.