“In questo periodo, quando, qualcuno mi chiede: …al Granaio come va?… inizio il racconto con : .. ad ora… e, quando oso un po’ di più… ad oggi… : ogni giorno è un equilibrio da mantenere e da monitorare, ma ora lo è con un’attenzione ancora più attenta”
Così comincia a raccontare Sara, Coordinatrice della CSS Il Granaio di Paderno d’Adda, che, come tutte le Comunità Socio Sanitarie, si è trovata a affrontare la propria quotidianità immersa nella situazione generale di emergenza sanitaria che tutti abbiamo vissuto e ancora stiamo vivendo.
Dalla prima comunicazione pervenuta riguardo l’emergenza Corona Virus, le CSS si sono attivate, cercando di mantenere la calma tra ospiti e famigliari e di prendere le decisioni in modo rapido, lucido e funzionale, traducendo in atti concreti le varie direttive i provenienti dagli Enti e dalla sede della Cooperativa riguardanti la tutela dei lavoratori e degli ospiti.
Decisioni non semplici da prendere, secondo Emi , Coordinatrice di Casa L’Orizzonte : “La sfida è stata quella di mettere in campo le strategie migliori di cui si è capaci, nel completo rispetto delle direttive : così siamo riusciti a modificare organizzazione interna del personale e delle strutture per garantire tutte le procedure di sicurezza e sanificazione. Siamo riusciti a integrare in modo armonioso la necessità di seguire scrupolosamente le procedure prescritte con quella di applicare modalità di lavoro che tenessero conto della salute psichica e mentale delle Persone fragili che abitano qui.
Quella del lockdown non è sta e non è un’esperienza semplice ne’ per gli Operatori ne’ per gli Ospiti delle Comunità.
Continua Sara : “ in questo periodo sono riuscita a entrare un po’ di più in empatia con gli Abitanti della Comunità… immagino come i loro sensi abbiano visto e sentito dei cambiamenti… penso a un uomo che alla mattina viene svegliato da una persona che prima vedeva perfettamente in viso, mentre ora la vede solo a metà, scruta come sempre i suoi occhi, ma se sposta lo sguardo un po’ più in basso non percepisce se le sue labbra esistono ancora. Vede una pezza sostenuta da due elastici… Da Coordinatrice sono grata a questa Persona, perchè non ha avuto reazioni di rifiuto ad un DPI adottato per la sua tutela e per quella dell’Operatore che si accinge a dargli la cura di sempre.
Noi non ci siamo arresi: gli Ospiti hanno messo sotto torchio gli schemi fissi e abitudinari, reagendo in modo adeguato, iniziando ad accettare tempi diversi, per dare la possibilità agli Operatori di pulire ancora di più del consueto, cambiarsi più volte, lavarsi le mani in ogni attimo…
Paradossalmente, in questo periodo a un primo sguardo sembra che stiamo andando nel verso opposto ad un capo saldo della nostra Cooperativa : l’apertura sul territorio.
Siamo arrabbiati con Covid 19, per la sua natura maligna e subdola, ma anche perchè a causa sua non possiamo incontrare i volontari dell’Associazione “Il Granaio Insieme per la vita onlus”, i Familiari e i Caregivers, le persone degli altri centri e chi arriva per un periodo di sollievo, quelle del Comune di Paderno d’Adda per la distribuzione dei volantini, non possiamo andare in Biblioteca e incontrare i bambini che ascoltano storie…
Immagino una donna che si chiede : ma dove sono finiti tutti… ? La risposta è: sono a casa, come noi.
Ancora più paradossalmente, però, in questa particolare situazione, forse si è assottigliato quel confine invisibile che intercorre fra gli abitanti della comunità e gli altri.
Come nelle case di tutti, nei diversi momenti della giornata ci siamo attivati con lezioni di ginnastica fai da te, moltissime videochiamate, grigliate, aperitivi, laboratori di cucina, film.
Come nelle case di tutti, le persone ci mancano, e noi manchiamo a loro
Non si sono arresi nemmeno gli Operatori, nella consapevolezza che, per stare nel luogo che li accoglie, gli Ospiti hanno avuto ed hanno bisogno di Operatori Socio Sanitari ed Educatrici Professionali, dell’Ausiliario, dell’Infermiera e della Coordinatrice… in due parole …di noi.”
Aggiunge Emi : “Le èquipe hanno saputo essere elastiche, reinventarsi e risolvere, proprio in questa circostanza, dubbi organizzativi che da tempo erano al vaglio, sempre con professionalità , motivazione, prontezza nel “fare quello che occorre fare” ma anche senso critico e capacità di mettere in discussione le proposte avanzate, interesse a far star bene gli ospiti in un clima di familiarità e di leggerezza.
Ogni decisione presa è stata la migliore possibile stante le condizioni generali, di sicuro nessuna è stata perfetta ma in tutte è possibile intravedere la bellezza dell’imperfezione se si è disponibili a vederla e ad accoglierla con tenerezza.
L’essere rimasti centrati, lucidi, attenti ma non impauriti, scrupolosi ma non rigidi, critici ma non polemici è una qualità come Operatori sociali e come Persone che potrà essere di aiuto anche per le prossime fasi.”